IDENTIKIT E MASCHERE DELL’OCCIDENTE (SAGGIO)

Il declino morale trascina con sé ogni altra cosa”. (Gabriele Palombo)

Aldilà delle favole perlopiù edificanti che ci siamo raccontati per secoli e cioè che siamo un faro di civiltà e il carro trainante del pianeta, invero a livello profondo ciò che ci caratterizza sono l’alienazione e la falsità, la volontà di potenza e l’avidità spacciate per progresso, per democrazia e libertà. Valori invero bistrattati fino all’inverosimile al pari dell’amore, della verità e dell’onestà. Le menzogne, se ripetute a lungo, sono fatte passare per verità. Una convinzione pericolosa dell’Occidente consiste nella sopravvalutazione della mente, nel supporre che sia sufficiente volere e pensare qualcosa e per magia essa divenga realtà. La mente assolutizzata è egoistica, ha una visione della realtà limitata e senza la mediazione del cuore genera mostri, perché abitualmente si pone al servizio del potere e della morte anziché della vita e del bene comune.

Salvo rare eccezioni, in Occidente da sempre c’è la prevaricazione e persino la follia al potere quasi dovunque. Non a caso, le guerre più estese e cruente finora si sono combattute in Europa, nell’Occidente in generale e persino esportandole e ammantandole come diffusione di civiltà! L’arricchimento dell’Occidente, per buona parte, è dovuto al colonialismo e all’imperialismo di cui siamo maestri col saccheggio indiscriminato d’interi continenti e la sopraffazione dei popoli indigeni. L’uomo occidentale finora si è dimostrato un pirata avido e violento, e lo è tuttora mediante ruberie diffuse spesso agite nella (apparente) legalità e senza alcun ritegno da qualsiasi parte. L’avidità oggigiorno è estesa come non mai e persino considerata come una virtù, perché aumenta il PIL e il benessere materiale, che però aumenta il malessere di quelli che sono saccheggiati. Coloro che hanno troppe cose superflue e ricchezze esagerate è perché spesso le hanno rubate al prossimo a causa dell’avidità. “Tutti i vizi, quando sono di moda, passano per virtù”. (Moliere)

La filosofia mercantile fraudolenta dell’Occidente ha avuto alti e bassi ma nel nostro tempo, con gli strumenti e le tecnologie di cui dispone, verosimilmente è al culmine. C’è tanta gente che vive sulle spalle degli altri senza lavorare. Per esempio, banchieri, finanzieri e lobby varie mediante il denaro virtuale, carte di credito e quant’altro hanno intrappolato l’uomo in una invisibile ragnatela difficile da scrollarsi di dosso. Ci sono una marea di persone che vivono e persino s’arricchiscono con artifizi monetari, spesso fraudolenti. In breve, l’uomo odierno è un predatore seriale senza né cuore né anima, un corsaro che razzia e ingoia tutto ma non gusta niente e non dona nulla.

La causa originaria di quanto appena descritto, e di quello che segue, e che pochi sanno, è che le nostre fondamenta sono inquinate sin dalle sue origini, essendo fondate sull’ideale di perfezione morale e sul pensiero schizofrenico, una filosofia di vita idealistica, divisiva e violenta perché si è portati a vivere prevalentemente fuori di sé, scissi e frantumati, con la separazione del bene e del male, dove il bene sta tutto da una parte, ovviamente la nostra, e il male sta dall’altra. Per tutto ciò, noi occidentali siamo portati a sopravvalutare noi stessi, la nostra cultura e stile di vita. Delle volte pensiamo persino d’essere la razza eletta e al vertice dell’evoluzione, ma non è così. Nei vari luoghi della Terra l’evoluzione umana non è la stessa. Delle volte rallenta, altre volte s’arresta e può pure regredire, che è quanto sta accadendo all’Occidente nel nostro sconvolto e travagliato tempo. Un grosso e pericoloso abbaglio degli occidentali consiste nel confondere il progresso intellettuale, scientifico e tecnologico per civiltà, l’uno e l’altra raramente concordi; anzi, spesso, più avanza il progresso, più soffoca la civiltà. L’ostentato progressismo invero è un regresso esistenziale e soprattutto morale. L'unico progresso in atto nel mondo occidentale, peraltro materiale, è l’eccessivo, immorale e inaccettabile arricchimento delle fameliche lobby bancarie e finanziarie, case farmaceutiche e multinazionali con impoverimento dei popoli. Non si vive di solo business, e comunque si vive male. Infatti, la ricchezza fine a se stessa abitualmente diviene strumento di potere fino a sconfinare in eccessi comportamentali e nel vizio. L’America miliardaria n’è un esempio. Oltre l’avidità, pure altri vizi sono agiti a profusione e senza remore da qualsiasi parte e poi spacciati per diversità (la diversità è naturale, la promiscuità è creata dall’uomo), per diritti civili e manifestazioni di libertà. Invero oggigiorno si vuole sopprimere l’unicità della persona umana e annullare la diversità in una dissennata promiscuità e in un ibrido bisex con l’intenzione di ridurlo a una marionetta che si può manovrare a proprio piacimento, il cui fine ultimo è una massificazione planetaria spacciata per globalizzazione, oggi per fortuna scricchiolante.

L’uomo occidentale in questo periodo storico non sa né chi è né per cosa vive, perché ha un’identità confusa e nessun progetto esistenziale su cui fondare e vivere la propria vita, sperduto in un’anonimia angosciante, perso in cose futili e superflue. Il problema più drammatico dell’uomo odierno è perciò quello dell’identità, avendo rigettato quella religiosa del passato e non avendo ancora sviluppato la propria. L’uomo d’oggi non è globalizzato, è standardizzato e il pensiero unico è dominante. Oggi più che mai siamo immersi come pesci nell’acqua in menzogne e mascheramenti d’ogni genere eletti a stile di vita e diffusi quasi dovunque, spesso pure nei rapporti intimi. La separazione tra vita pubblica e vita privata, invero un tutt’uno, è usata per giustificare gli eccessi e persino le immoralità della seconda, un goffo tentativo di discolparsi e nascondere i propri vizi. Nel nostro tempo, immoralità e scempi etici d’ogni genere sono agiti nell’indifferenza e nella legalità più assoluta, sostenuti da politicanti inetti senza scrupoli morali, da gente traviata e lobby perverse il cui fine è lo scatenamento della parte umana più infima. Insomma, stiamo passando sempre di più dal terrore del giudizio universale religioso all’anarchia e allo scempio del lassismo laico. Oggigiorno il pericolo maggiore dell’Occidente non proviene dall’esterno, come ingenuamente si pensa, ma è al nostro interno ed esso consiste nel fatto che l’attrazione per la bruttezza e la morte prevalgono sull’amore per la bellezza e la vita.

Oggigiorno narcisismo ed egolatria, ovvero infatuazione ed esibizione di se stessi, specie del proprio corpo, in realtà sfigurato fino all’inverosimile con orribili tatuaggi e costosi interventi chirurgici per nutrire l’ego narcisistico e nell’illusione di fermare il tempo. A tal proposito, può essere utile sapere che togliersi le rughe dal corpo senza togliersi le rughe dall’anima, non farà stare meglio nessuno. Oltre ciò, onnipotenza e regole di vita stabilite in modo autarchico e superbo sono la norma. Dio è morto e l’uomo superbamente s’è messo al suo posto, sovvertendo le leggi della Natura e le leggi della Vita, supponendo di non pagarne le inevitabili tragiche conseguenze. L’uomo odierno ragiona così: “Essendo Dio rigettato, esisto solo io e il mio potere è assoluto e indiscutibile. Decido io le leggi, regole e ogni altra cosa e gli altri vi si devono assoggettare, altrimenti saranno puniti e persino eliminati”. In sostanza, dispotismo e arroganza a gogò.

In merito alla religione, in caduta libera da diverso tempo a causa delle contraddizioni e intolleranze del passato, il paradosso che la contraddistingue è che in teoria dovrebbe essere il carro trainante della società e invece è divenuta un freno per l’evoluzione umana, perché si è barricata nei dogmi e in rituali auto celebrativi fini a loro stessi, oltre il resto che conosciamo e tralasciamo. La deriva graduale della religione è dovuta al fatto che a un certo punto s’è messa a rincorrere il potere, e quindi le masse, la quantità anziché la qualità, invece di soffermarsi sulla verità, la vera religione, supponendo di poter vivere di rendita con l’indottrinamento e la propaganda, un tragico errore.

Le suddette follie hanno provocato dei disastri umani e sociali che richiederanno del tempo per essere sanati, soprattutto è urgente recuperare la gioventù senza padre e smarrita, abbandonata a se stessa e manipolata da adulti senza scrupoli alla visione distorta della vita e al pensiero unico. Come è altrettanto urgente sostenere la coppia uomo-donna, nel bene e nel male fondamento d’ogni cosa. In conclusione: oggi viviamo in un mondo smarrito e confuso, un mondo prevalentemente virtuale e dell’immagine e perciò irreale che abbiamo trasformato in ideale e che consideriamo reale. Ovviamente l’Occidente non è solo questo, ma a livello profondo è anche questo, e al momento quanto descritto è dominante. In tutti i casi, la fine di un mondo, che è quanto sta accadendo, non è la fine del mondo, ma una sua rigenerazione che passa attraverso devastazioni, dolore e morte. Chi lo comprende e si separa dalla massa, si salva, chi non lo capisce, soccombe. Homo faber fortunae suae”. (Appio Claudio Cieco 340 a.C.-273 a.C.)

Alla fine di questo saggio vorrei precisare che non è mia intenzione criticare né tantomeno aggredire l’Occidente, perché denigrerei me stesso. Nello scriverlo, la mia intenzione è stata solo quella di far comprendere che la vita è tutt’altra che compiuta e che le fughe in avanti, oltre quanto descritto, non permettono d’evolvere ulteriormente. Tuttora siamo agli albori dell’evoluzione prettamente umana e soprattutto spirituale. Per questa ragione, la vita diviene una continua e sterile ripetizione. (I corsi e ricorsi storici di Giambattista Vico (1668-1744) e L’eterno ritorno dell’identico di Friedrich Nietzsche (1884-1900 e quant’altro). Quanto descritto ovviamente riguarda pure altri popoli e culture, dove ognuna ha i propri punti d’inciampo diversi dai nostri che non conosco e perciò evito di parlarne. Tuttavia può essere utile sapere che ogni popolo struttura la propria identità e visione del mondo sui miti e mitologie religiose del posto dove è nato, cresciuto ed è stato educato, condizionamenti che si radicano profondamente nell’uomo e ne influenzeranno l’esistenza.

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