IL CASO GRETA THUMBERG (SAGGIO)


L’idolatria della scienza e della tecnica,
ossia della mente umana,
è pericolosa quanto il dogmatismo religioso”.
(Gabriele Palombo)

C’è da chiedersi perché questa adolescente svedese abbia avuto tanta risonanza a livello planetario, dal momento che è troppo semplicistico affermare che la sua popolarità sia solo un can can mediatico organizzato (da chi?) che presto si sgonfierà, come sostengono alcuni, in specie gli esperti e gli scienziati. O sia vero ciò che lei sostiene ossia che l’umanità è sull’orlo dell’abisso e continua imperterrita la sua folle corsa verso di esso. Che qualcuno senza scrupoli possa approfittare della sua notorietà per lucrare, questo è possibile. Ma ciò non invalida la sua figura.

Nella figura di Greta si concentrano diversi significati, personali e simbolici, questi ultimi i più significativi. E sono essi che hanno fatto di questa ragazza una bandiera degli ecologisti e, soprattutto, dei giovani, indizio molto importante per comprendere ciò che sta accadendo a livello planetario. Per quanto concerne la spinta personale che ha indotto Greta ad esporsi in modo così appassionato e tenace, secondo me è la sua storia, in particolare la sindrome di Asperger, una lieve forma di autismo (è straordinario costatare come per ogni sintomo la scienza medica riesca a mettere subito un’etichetta!).

L’autismo, come altre forme di acuta sofferenza mentale, comincia a stabilirsi durante la vita prenatale, periodo solitamente oscuro che condiziona sottilmente e di continuo la vita di ognuno. Il grido di dolore di Greta è il dolore che lei verosimilmente ha patito durante la vita prenatale, che associo allo straziante Urlo di Munch, un’angoscia cosmica indefinita. Mi preme sottolineare il coraggio e la determinazione di questa ragazza. Detto questo, tutto si esaurisce nel sapere qual è il motivo principale che secondo me ha spinto Greta ad assumere il comportamento che sappiamo? Nient’affatto, perché quello che è successo a Greta, diversamente è accaduto e accade a tutti. Che piaccia o no, Greta sta manifestando un disagio che appartiene a noi tutti, in specie ai giovani d’oggi, messi nell’angoscia e proiettati in un incerto e oscuro futuro da adulti irresponsabili ed egoisti. I giovani si riconoscono in lei e gli adulti si difendono, sminuendola e finanche schernendola. Oggi si è creato un abisso tra padri e figli e tra le diverse generazioni.

***

Greta inoltre è una ragazza sofferente (e pure arrabbiata) che è diventata un simbolo del pianeta Terra, pure esso malato a causa dell’odio, della volontà di potenza e dell’avidità di noi umani. La Terra, anche se a noi sembra solida, è una bolla di energia. Se è malata la Terra, l'utero che ci contiene e che ci nutre, siamo malati pure noi. È questo secondo me il motivo principale della popolarità di Greta e cioè che Greta è ognuno di noi, la parte che vuole guarire e vivere. Ne discende che se vogliamo disinquinare il pianeta, dobbiamo iniziare da noi stessi, perché noi, la Terra e l'universo nel suo complesso siamo un tutt’uno. Oggi noi umani attraverso la scienza e la tecnica, poste perlopiù al servizio del potere e dei mercanti, e spesso purtroppo persino della morte, abbiamo sviluppato un potere distruttivo spaventoso (oltre che artistico-creativo).

La Terra è un organismo vivente che ha capacità di auto rigenerarsi, ma fino ad uno punto, limite che uno volta varcato diventa irreversibile. Nel XX secolo si è rischiata la distruzione del pianeta con le armi nucleari, oggi con la spogliazione e l'inquinamento del suolo e del sottosuolo, del mare e dello spazio. I cambiamenti climatici ci sono sempre stati e sempre ci saranno, ma noi abbiamo contribuito in modo scellerato alla devastazione della Terra. L’uomo odierno è seduto su un vulcano senza rendersene conto non tanto e non solo per i cambiamenti climatici, ma prima di tutto per la sua cupidigia e immoralità.

In sintesi: Greta Thunberg rappresenta il grido di dolore della Terra – simbolo del grembo materno –, ma l’uomo non l’ascolta perché l’odio inconscio nel volerlo distruggere è talmente potente che lo rende sordo e cieco (la distanza dell’uomo da se stesso e della propria interiorità al momento è spaventosa). Greta rappresenta il suo grido di dolore, il grido di dolore dei giovani d'oggi e il grido di dolore dell’intera pianeta. Ecco perché i giovani si identificano in Greta: perché sono smarriti e accomunati nel dolore. A mio avviso, mai come in questo momento storico la vita prenatale si è deteriorata, causando malesseri e dolori devastanti, difficili e complicati da sanare, ma non impossibili. E non è colpa della donna se ciò è accaduto, perché la vita umana, come le matrioske, è posta in una serie di uteri, oggi spesso piuttosto malmessi. Dobbiamo abituarci all’idea che tutti siamo compartecipi e corresponsabili del bene e del male del mondo.

Nel nostro tempo l’umanità, soprattutto l’Occidente, sta attraversando due fasi molte delicate e piene di insidie. La prima consiste in un sempre più accentuato passaggio dal vecchio mondo religioso al mondo laico. Al momento l’uomo occidentale è alquanto disorientato nell’identità, perché non si riconosce più in quella religiosa e, non avendo ancora sviluppato la sua personale identità, si identifica in quella laica oggi predominante, correndo il rischio di uniformarsi e perdersi in essa. Il secondo passaggio consiste in una regressione pressoché generalizzata dell'umanità alla vita prenatale, con tutti i rischi di distruzione in essa impliciti, perché le dinamiche e i vissuti delle vita prenatale sono esplosivi, ma pure con le occasioni di rigenerazione in essa contenute: dipende se prevarrà l’amore o l’odio per la vita.

Infine mi ha colpito la reazione, spesso scomposta, derisoria e finanche aggressiva di alcuni uomini di scienza nei confronti di Greta, che sentendosi chiamati in causa, hanno fatto quadrato per difendersi dagli assalti di una sedicenne! Si sono affrettati a distinguere tra inquinamento e cambiamenti climatici, a puntualizzare i dettagli, perdendo di vista la sostanza e soprattutto la componente umana di ciò che sta accadendo. Come se il loro sapere e le loro certezze fossero messe in discussione. E secondo me è quanto è successo, perché la scienza, ossia la mente assolutizzata, ha una visione limitata della realtà.

La mente, da sola, anche quella più sottile e limpida, è sempre e in ogni caso soggetta al naufragio. L’uomo non può vivere senza la ragione, ma solo con essa vive parzialmente. A tal proposito può essere utile ricordare che questo mondo che sta naufragando, sostanzialmente è figlio della scienza e della tecnica, ossia della pura e gelida razionalità. Il mondo perlopiù tecnologico, razionalista e materialista qual è quello odierno, che esalta il “quoziente intellettivo” a scapito del “quoziente umano”, è un mondo essenzialmente schizoide senza né cuore né anima. 

***

Questo saggio è stato scritto oltre un anno fa. Alla devastazione del pianeta, oggigiorno si è aggiunta la pandemia del covid-19. La prima è una devastazione prevalentemente fisica, la seconda biologica. C’è qualche connessione tra loro o sarà un caso? Secondo me non è un caso perché c'è una trama sottile e invisibile che unisce gli uomini e tutte le cose.

(Gabriele Palombo)

 


 



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