IDENTITÀ ED EROTISMO (SAGGIO)

 

La vita può essere donata, l’identità bisogna darsela”.
(Gabriele Palombo)

Da sempre, specie in alcuni periodi storici, ci sono delle problematiche esistenziali e visioni della realtà che sono prevalenti e quasi intoccabili perché sostenuti e difesi ad oltranza da chi vuole imporli al popolo per interessi e fini di potere con la propaganda, col sotterfugio e persino con la violenza. Invero l’unico risultato che si ottiene consiste nel frenare l’evoluzione umana, sia di chi li impone che di coloro che li subiscono. Questo accade quando l’uomo prende per verità assoluta e trasforma ideologie e dogmi in certezze ciò che è la visione del momento che in seguito potrà rivelarsi parziale o perfino fasulla, perché le mode passano, le verità restano. Liberarsi di tali modi d'essere e pensare è difficile e complicato per diversi motivi che ho descritto altrove.

Prendiamo come esempio la sessualità, oggi immeritatamente alla ribalta perché è solo un alibi per nascondere ben altro, come osserveremo fra poco. In merito ad essa, al momento s'afferma tutto e il contrario di tutto. Quello che mi colpisce di più è l’allineamento pressoché generalizzato alla visione dominante e su cui è inutile continuare ad interrogarsi sulle motivazioni profonde in essa implicate, anche e principalmente morali. Ad una condotta del genere io  più spiegazioni. La prima, la più grave, è perché nel nostro tempo si è perso quasi completamente il senso del bene e del male. L’uomo odierno, a torto o a ragione, non accetta più né limiti e regole di vita né alcun potere sopra e fuori di sé, pretende solo diritti e i doveri sono scomparsi, ritenendo che possa agire a proprio piacimento pulsioni, passioni e pretese da qualsiasi parte. Il delirio d’onnipotenza e narcisistico sono una peste dell’uomo odierno. In una condotta siffatta si coglie la ribellione a secoli d’imposizioni e vessazioni sessuali e morali religiose.

Comunque sia i nostri padri non hanno sbagliato tutto. La società patriarcale, da non confondere con quella maschile e maschilista, non è sbagliata. La coppia uomo donna e la famiglia dei nostri avi non erano e non sono sbagliate. Invece è stato un sopruso voler imporre il matrimonio religioso (per inciso, è nella coppia uomo-donna che è racchiuso il progetto cosmico dell’immortalità) e renderlo indissolubile per secoli, costringendo tanta gente, in specie le donne, a vivere per tutta la vita in rapporti poco gratificanti, se non perfino malsani e violenti (il mono-teismo è essenzialmente un omo-teismo). Ma chi suppone che ci si possa liberare del passato negandolo, distruggendolo o facendo il contrario per ripicca, s’illude di riuscirci. Passerà solo da una schiavitù all’altra, da un rapporto sadomasochistico all’altro, da un potere all’altro, ossia passerà dall’oppressione secolare delle coscienze dei chierici al condizionamento delle menti dei laici chissà per quanto tempo, che è quanto sta accadendo nel nostro tempo.

Lo scompiglio dell’identità, e quindi anche il disorientamento sessuale ad essa connesso, iniziano a stabilirsi durante la vita prenatale, nel rapporto originario madre-figlio/a. Nascono all’interno di determinate costellazioni famigliari, dove la figura materna è dominante e possessiva (la donna dominante lo è per natura, ma in questi casi lo è ancora di più). Nascono laddove la figura paterna è assente o debole e perciò non è in grado di contenere lo strapotere della donna, non permettendo così al figlio/a una identificazione positiva e stabile per staccarsi e differenziarsi dallo stato fusionale-simbiotico con la madre. Nascono laddove c’è un figlio/a mite e sensibile che durante tale periodo poco o nulla può fare per difendersi dalle strumentalizzazioni e seduzioni materne. Nascono principalmente laddove la madre, per qualche suo bisogno conscio ma perlopiù inconscio, sia esso lecito o no, di solito non lo è, costringe il figlio ad assumere un’identità da lei desiderata e imposta. Così accade che se la madre desidera un figlio maschio e invece è femmina, mascolinizza la figlia. E se desidera una femmina e invece arriva un figlio maschio, lo femminilizza. Il figlio può allinearsi al diktat materno o può opporsi. Invero durante tale periodo può fare poco per difendersi dalla pressione e strapotere materni. È in seguito che potrà decidere se rimanere con un’identità confusa e ostaggio della madre o intraprendere un lungo e faticoso percorso di differenziazione, d’individuazione e distacco dalla figura materna. La vita non è solo quella che c’è stata donata, sempre e in ogni caso incompleta e spesso persino sconvolta, ma è quella che ci possiamo creare noi.

Qui c’è un punto fondamentale da comprendere e cioè che nessuno subisce del tutto condizionamenti ed eventi della vita in generale, neppure durante la vita nell’utero, ma in qualche modo e misura n'è compartecipe. I rapporti umani, d'ogni genere e a qualsiasi età, aldilà dei ruoli, del potere e del grado di responsabilità delle persone coinvolte, sono sempre e comunque bidirezionali. I figli possono essere conniventi, possono opporsi o possono subire i diktat materni. Una madre potente, seduttiva e possessiva, un padre assente,  evanescente o tirannico e un figlio sensibile e delicato è la condizione famigliare che può sconvolgerlo nell’identità con successivo turbamento sessuale. È questo l’inganno principale dell'omosessualità e cioè che si confonde l’effetto per la causa, nel senso che la causa e l'identità sconvolta e confusa e l'effetto è l'omosessualità. La stessa ipotesi vale pure per la figlia. La sopraindicata costellazione famigliare, per quanto concerne il figlio, c'è uno sbilanciamento dell'identità verso il femminile e per la donna verso il maschile. Per quanto sopra esposto, non essendoci delle coppie perfette, una certa dose di omosessualità in natura riguarda tutti.   

Se si escludono situazioni e comportamenti estremi, l'omosessualità non è una malattia, come si è pensato per diverso tempo, o perlomeno non lo è nel senso ordinario, perché essa, come sostenuto prima, consiste in uno stravolgimento dell’identità, che è la causa originaria, e in un arresto dello sviluppo e sessualità ad esso congiunta. La sessualità oltre che oltre essere rimasta allo stato infantile, può pervertirsi. Nel gergo psicoanalitico definita una fissazione e in tal caso dovremmo considerarci tutti dei malati. E in questo senso un po’ lo siamo. In principio, chi più chi meno, siamo tutti un po’ sconvolti nell’identità. “Il bambino è un perverso polimorfo”. (Sigmund Freud) E se l'adulto rimane infantile? In breve, la sessualità è un indizio del livello di crescita raggiunto da ogni persona in ogni dato periodo della propria vita. 

In Natura ci sono due generi: maschile e femminile, Yin e Yang, che gli umani possono storpiare in tanti modi. Tanta sessualità dell’uomo odierno è devastata perché è l’uomo stesso che è confuso e sconvolto nella sua identità. L’uomo ha un’identità variamente precaria e confusa per natura. E tale rimane se non armonizza la sua parte maschile con la sua parte femminile e fa prevalere quella naturale e su di essa fonda la propria identità, perché la vita può essere donata, l’identità bisogna darsela.

Per quanto concerne l’omosessualità, non è mai stata così estesa e soprattutto ostentata come nel nostro tempo. È vero che fino a poco tempo fa era vissuta di nascosto perché considerata un vizio e una colpa. Ma a causa della visione ideologica del momento, è cresciuta a dismisura, delle volte persino diventata uno status e motivo di vanto! Invero, come sostenuto più volte, l’omosessualità, unitamente ad altre manifestazioni erotiche, sono fumo negli occhi, un paravento per non accettare ciò che esse realmente coprono: un’identità sconvolta e un’eccessiva dipendenza dalla imago materna o un suo surrogato.

L’omosessualità è una sottomissione pressoché totale alla madre primordiale, dipendenza che è negata e rimossa e pseudo combattuta al fine di mantenerla in essere per trarre il piacere masochistico che essa procura. Il masochismo riguarda variamente ogni essere umano, ma l’omosessuale ci sguazza. L’omosessuale trae il piacere dal dispiacere cioè dalla continua sottomissione e umiliazione. L’omosessuale è un collezionista di ingiustizie”. (Edmund Bergler). L’omosessualità riguarda anche la visione ideologica che si ha della stessa in un certo ambiente e in determinati periodi storici. E siccome in questo momento è persino motivo di vanto nel mondo occidentale, si propaga ogni giorno di più. 

L’uomo, in positivo e in negativo, ha un potere immenso. Ha la capacità e la libertà di poter diventare qualsiasi cosa. Può elevarsi a vette sublimi o può sprofondare negli abissi più cupi. Ogni possibilità dipende dalle proprie libere scelte e decisioni. Per esempio, può fare della propria vita un’opera d’arte e abbellirla costantemente. Oppure può imbruttirla e precipitare e sguazzare negli abissi della vita prenatale, cioè all’inferno, come sta accadendo in questa nostra tormentata epoca, dove il mondo occidentale vi è piombato a capofitto. A tal proposito potrebbe essere utile leggersi o rileggersi Dante per cercare di comprendere quello che sta accadendo, specie l’inferno, oggi ricreato (inferno e paradiso sono metafore, sono stati mentali ed esistenziali dell’essere). Oppure studiare l’Odissea di Omero, soffermandosi sulla sinistra figura dei Proci.

Sia ben chiaro, ognuno della propria vita può farne ciò che vuole, sapendo che alla fine ne dovrà rendere conto a se stesso nell’aldiquà per come l’ha impiegata e non a un dio iroso e giudicante nell’aldilà, frutto delle fantasie e proiezioni umane. La vita non è già destinata ad essere un peso per molti e una festa per alcuni, ma per tutti un impiego del quale ognuno renderà conto”. (Alessandro Manzoni)

La confusione dell’identità e il caos sociale odierni sono dovuti anche e soprattutto alla dissoluzione del principio paterno e del potere maschile. In questo periodo storico il femminile è straripante e dominante perché c'è il maschile che è timoroso e latitante. I motivi di un’assenza del genere sono diversi, ma appena la donna ha osato affermare qualche suo diritto, l’uomo si è dileguato. E così siamo passati dal terrore del giudizio universale allo scempio del lassismo universale! Stiamo passando sempre di più dal medioevo religioso a quello laico. Dai dogmi religiosi alla strampalate ideologie politiche e laiche. Ma in tutto ciò, la gente che ci guadagna? L’uomo dà il peggio di sé quando è abbagliato dal potere. L’ambizione sfrenata, l’orgoglio e la brama di potere riducono gli umani che ne sono posseduti a dei serial killer. Oggigiorno si vuole sopprimere l’unicità della persona e annullare la diversità in un’insensata promiscuità e in un ibrido bisex al fine di una massificazione planetaria. Perché un uomo confuso nell'identità e infantile è come un burattino che si può manovrare a proprio piacimento.

L’omosessualità e gli altri turbamenti sessuali hanno diverse motivazioni e diverse gradazioni: famigliari, personali e ambientali, reattive e ideologiche. Nei rapporti in questione prevalgono i rapporti proiettivi (prevalgono dovunque allo stato naturale), i legami simbiotici e sadomasochisticipassionali-edipici e narcisistici (oltre i rapporti simbolici e virtuali anziché reali, quest’ultimi specifici delle masse). Gli incastri mentali elencati possono sovrapporsi tra loro, che è ciò che abitualmente accade. La singolarità è che essi sono considerati rapporti amorosi, specie dai giovani, oggi manipolati in modo indegno. Tutti i vizi, quando sono di moda, passano per virtù”. (Molière) 

Le passioni e soprattutto i vizi sono eccessi sempre e in ogni caso destinati all’insuccesso, nel senso che non possono appagare mai niente e nessuno realmente. Oggi si suppone che nella coppia, fondamento d'ogni cosa, sia indifferente da dove provenga l’amore, uomo o donna che sia. Si pensa che per crescere, svilupparsi e vivere bene non sia più necessaria la costellazione famigliare dei nostri padri, pur con i suoi limiti e difficoltà. È falso. La confusione sull'amore c'è sempre stata, ma nel nostro tempo è al culmine.

Nel passato s'associava l’omosessualità al complesso edipico (il cosiddetto edipo negativo o invertito), in pratica alla costellazione famigliare, e si datava dai due ai cinque anni d'età. In seguito è stato anticipato dalla Klein, una psicoanalista inglese. Adesso sappiamo che inizia a stabilirsi durante la vita prenatale. È durante tale periodo che comincia il processo di introiezione, di costruzione della propria identità e visione del mondo e i germogli della sessualità. Non è facile calarsi in vissuti così profondi e complessi per ricomporre la propria identità e visione della realtà, non è facile e non è alla portata di tutti. E spesso non si è nemmeno intenzionati a sottoporsi a un lavoro del genere che comporta coraggio e patimenti. La simbiosi che si stabilisce tra la madre e il figlio che porta in grembo è talmente ferrea e intrisa di complicità da entrambe le parti da diventare quasi intoccabile e inscalfibile. E ciò che è singolare e che spesso, più di quanto si possa immaginare, è più tenace e responsabile il figlio della madre nel non volerla sciogliere, separarsene e diventare una persona libera e matura per non affrontare la fatica e il dolore del distacco.  C'è chi vuole, chi non vuole e chi non può.

Copyright Gabriele Palombo 2012

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