IL CORPO IN OCCIDENTE E LA COLPA (SAGGIO)

 



IL CORPO IN OCCIDENTE E LA COLPA 

Il corpo esprime fedelmente l’amore e il disamore che si nutre per se stessi”. (Gabriele Palombo) 

Parecchi anni fa in un mio libro scrissi un saggio sulla relazione che l’uomo occidentale stabilisce col proprio corpo in generale e con la colpa in particolare. Da allora è passato molto tempo e tante cose sono cambiate, secondo me in peggio per un semplice motivo: che da parecchio tempo in Occidente stiamo percorrendo una strada prevalentemente sbagliata con la vita che s’è impantanata e deteriorata fino al punto che diviene difficile correggerne la rotta. La regressione dell’Occidente è stata causata dallo smarrimento esistenziale e soprattutto dal declino morale, che si sappia oppure no, trascina con sé tutto il resto. Comunque sia a me in questo saggio interessa soffermarmi ancora una volta sul corpo, alla fin fine sull’uomo, perché noi siamo il nostro corpo, per la ragione che senza di esso non esisteremmo. Come dicevo prima, essendo passato del tempo, la mia visione del corpo, e non solo, si è approfondita anche e soprattutto perché da allora ho vissuto diverse esperienze dolorose, soprattutto corporee, che mi hanno segnato e permesso di avere una visione più chiara dello stesso e di tutto il resto.

Concentrandosi sul corpo, si può definire cos’è? Per la scienza medica, è un ammasso di cellule e d’organi, questi ultimi considerati separati gli uni dagli altri e non come connessi e interagenti tra loro. Ossia come un unico organismo vivente, dove il malessere e il benessere d’ognuno si riflette su tutti gli altri. Per la fisica siamo una massa d’atomi e particelle, ovvero energia e nient’altro. Una visione riduttiva e nichilistica dell’uomo che al punto in cui siamo giunti, avendo l’uomo sviluppato una capacità distruttiva immensa (oltre che creativa, da sviluppare), rischia di travolgere tutto e tutti. Invero l’uomo non è solo materia ed energia, è pure e soprattutto spirito, in parte già dato e in parte, se lo decide e opera in tal senso, da sviluppare, oggi rigettato per diversi motivi esaminati altrove. La dimensione spirituale è la causa più alta che decide della vita umana, di cui l’uomo n’è il primo responsabile, aldilà che ch’egli ne sia più o meno consapevole, di solito non lo è. Per tutto ciò, il corpo è il tempio del SÉ, del divino che è nell’uomo fin dalle origini della vita nel seno materno e per tutto l’arco vitale, ed è la materia dalla quale distillare lo spirito per forgiarsi un’anima.

Ci resta da definire cos’è la colpa e la relazione che si stabilisce tra la stessa e il corpo. La colpa è il male stabilito intenzionalmente dall’uomo, aldilà d’ogni condizionamento o influsso esterni. Nell’uomo c’è un male reattivo psichico e c’è una male intenzionale più profondo e devastante del primo per la propria e altrui vita. Male perlopiù inconscio che man mano emerge nel corso della vita. Male che può restare nascosto se s’ignora, oppure può essere riconosciuto come proprio, assunto e superato. E dove c’è il male, c’è la colpa, sempre e dovunque. La colpa, unitamente all’angoscia della morte, è il più grande tormento degli umani. Un tormento e un pericolo, perché la colpa può purificare ma può pure distruggere. Può purificare se assunta e riparata. Può distruggere se negata e rimossa all’infinito. In merito a quali sono state e quali tuttora sono le modalità dell’uomo di porsi dinanzi alla propria colpa, la più frequentata è quella del suo rigetto per un insieme di motivi.

La colpa si stabilisce fin dalle origini della vita nel seno materno, un mondo a sé che per essere esplorato richiede certe condizioni, pure esse descritte altrove. Un altro motivo della negazione della colpa dell’uomo, è il rigetto della religione. L’uomo odierno ragione così: Siccome sono ateo, laico e quant’altro e non mi riconosco più nella religione, ed essendo la colpa un postulato religioso, non mi sento colpevole. Tragico errore, perché la colpa comunque esiste e continua a tormentare l’uomo, ch’egli ne sia cosciente oppure no.

Adesso entriamo nel vivo delle mie riflessioni sulla colpa, analizzando le varie modalità dell’uomo di porsi dinanzi alla stessa, oltre quella appena descritta associata alla religione. Mi soffermerò di più sull’attribuzione della colpa al proprio corpo, prima elencando brevemente le varie possibilità di porsi dinanzi alla stessa, ricordando che nessuno n’è immune.  A tutt’oggi la strategia di difesa più frequentata dagli esseri umani per difendersi dalla colpa, è consistita e consiste nel negarla, nell’attribuirla ad altri tramite la proiezione e, appunto, addossandola al proprio corpo e aggredendolo, come facevano nel passato i nostri avi, supponendo che martoriando il corpo con la fustigazione e privazioni d’ogni genere potevano liberarsene. Lo svilimento del corpo dell’Occidente perlopiù è dovuto al platonismo e alla religione, da loro ritenuto la fonte del male, visione che ha portato alla castrazione dell’eros per secoli, e non solo. Quando l’uomo si fa del male, sia esso con droghe, fallimenti e incidenti, fumo e alcool, malattie varie, specie gravi, quasi sempre c’è di mezzo la colpa.

La colpa è associata al male in generale e all’odio in particolare. La sequenza è la seguente: odio uguale male, il male suscita la colpa, la colpa, se negata e rimossa, induce alla punizione ed espiazione. La spada di Damocle dell’uomo è la colpa. La colpa è come una bomba a orologeria sempre innescata che se non è stanata, assunta e superata, può implodere o esplodere in ogni momento e in modo devastante. La colpa negata e rimossa nel tempo provoca nell’uomo un’angoscia esistenziale kafkiana che divora e tormenta l’uomo senza ch’egli sappia il perché. Anche se l’uomo d’oggi è distante anni luce dalla propria colpa, non per questo cessa di produrre i suoi effetti negativi nella vita delle persone.

Mi sono chiesto più volte quali possono essere i motivi del poco amore, del maltrattamento e persino dell’aggressione del corpo da parte di noi occidentali. Per esempio, per quanto ne sappia, si sa e si vede delle altre culture, non c’è in esse l’estesa obesità degli occidentali, che non è solo dovuta all’opulenza e all’avidità. E non c’è nemmeno l’uso smisurato di droghe e l’abuso di farmaci come da noi per ogni minimo disagio. Come non c’è l’eccessivo ricorso alla chirurgia estetica, un ingenuo tentativo di placare il malessere di chi non s’accetta per quello che è, ritenendo, erroneamente, di riuscirci cambiando i connotati. (Ovviamente ci sono dei casi in cui degli interventi chirurgici correttivi non hanno nulla a che fare con tutto ciò). Oppure di coloro che ricorrono alla chirurgia estetica nell’illusorio tentativo di fermare il tempo. Levarsi le rughe dal corpo senza togliersi le rughe dall’anima, non farà stare meglio nessuno. La motivazione di una condotta del genere è dovuta più per un appagamento narcisistico dell’ego che per donarsi a qualcuno. Un conto è esibire il corpo, un altro conto è viverlo. Vivere il corpo significa sentirlo e coglierne i continui messaggi, perché i sintomi e malesseri fisici abitualmente tali sono.

I disagi corporei spesso sono l’espressione del male camuffato e rimosso. Ci sono dei sintomi e malesseri corporei che nascono da colpe negate e rimosse e ci sono angosce e dolori non tollerabili somatizzati. In breve, a differenza della mente, che è portata a mentire a se stessi e agli altri, il corpo non mente, mai. Il corpo, per chi riesce a scrutarlo con lo sguardo amorevole del SÈ, è trasparente. Non solo, il corpo è la vita e la vita è sacra e come tale andrebbe trattata sin dalle sue origini nel grembo materno e per tutto l’arco vitale. Perciò chi oltraggia e disprezza la vita, essendo lui la vita, offende e disprezza in primis se stesso. Questo accade quando l’uomo si smarrisce e presume che la vita non abbia nessun senso e progetto e la finalizza al contingente e a cose futili ed effimere, come nel nostro tempo. Ne consegue che chi non s’assume la responsabilità della propria vita e la trasforma e si trasforma e non sviluppa la capacità d’amarsi, non potrà amare concretamente nessuno.

Disgraziatamente nel nostro tempo, l’inizio e la fine della vita sono bistrattati e sofferti. La vita prenatale, origine del benessere e malessere dell’uomo, si è deteriorata causando un disagio generalizzato e profondo che successivamente graverà sulla vita delle persone, abitualmente a loro insaputa e difficile da sanare, ma comunque possibile. Quando si saprà dell’importanza della vita prenatale e del degrado in corso, dello scempio morale dell’aborto e dell’eutanasia, dobbiamo solo sperare che non sia troppo tardi per ravvedersene e porvi rimedio. In merito alla vecchiaia, la stessa è diventata un peso per tutti, pure nell’ambito famigliare. Un peso e uno scarto d’una società malata e alla deriva senza un briciolo d’umanità, dove prevalgono mercanti e usurai senza né cuore né anima che hanno invaso e infettato ogni cosa.

L’estraniazione dal corpo degli occidentali, diversamente dagli orientali che ne hanno un enorme rispetto, è dovuta anche all’educazione secolare dell’uomo all’esteriorità a scapito dell’interiorità. Il mondo occidentale è scientificamente organizzato per imbavagliare la vita, non per svilupparla. Il corpo in Occidente è quasi tutto centrato sull’esteriorità, ossia sull’esibizione, sulla prestazione e sulla competizione (spettacolo, moda, sport, ecc.), contrariamente all’Oriente che è rivolto all’interiorità, alla ricerca dell’armonia attraverso la meditazione e lo yoga, la danza e altro ancora.

Ultimamente, con interventi chirurgici al limite e spesso persino irreversibili, si è giunti a trattare il proprio corpo in modo sadico e masochistico, autolesionismo che è figlio del poco amore che si ha per se stessi. Il masochismo è da sempre una peste planetaria, il narcisismo e l’egolatria sono una peste del mondo odierno, specie occidentale. Dov’è l’inganno e la soluzione in tanta confusione e malessere? Semplice, che invece di cambiare se stessi, si modifica il proprio corpo supponendo di liberarsi di imperfezioni, o presunte tali, d’ansie e quant’altro, col risultato che spesso s’accrescono. Il cambiamento interiore è la strada maestra per superare ansie e inquietudini d’ogni genere e vivere più serenamente, accettandosi per quello che si è e per quello che si ha. 

Copyright © 2025 gabrielepalombo





Commenti

Post popolari in questo blog

PREGHIERA ALLA VITA

IDENTIKIT E MASCHERE DELL’OCCIDENTE (SAGGIO)

PRIVATIZZAZIONE DELLA SANITÀ E DEGRADO MORALE DELL’ITALIA DELL’EUROPA E DELL’OCCIDENTE IN GENERALE (SAGGIO)